martedì 7 luglio 2009

Diario francese


I francesi sono stronzi.

Quando prendi l' aereo per andare a Parigi, anche se preferiresti una cosa piu naturale (cit.) come il treno, e' perche' sei sicuro che impiegherai molto meno tempo rispetto al suddetto mezzo per arrivare a destinazione. Percio' ti metti la sveglia alle tre del mattino, vai in stazione centrale, prendi il malpensa shuttle (che di shuttle non ha un bel nulla) e arrivi in aereoporto. Ti imbarchi tranzollo con Tranzollo e arrivi a destinazione. Poco importa se poi, giunti a ParisCDG si debbano attraversare 20km (dato approssimativo) per raggiungere il finto treno che ti portera' al vero treno che ti portera' in citta'.
Se poi si e' particolarmente provati dal volo (ormai sono le nove del mattino) non c'e' cosa migliore del salire sul treno e scoprire che tutta la linea e' guasta. Cosi', dopo sessanta minuti di viaggio (invece dei trenta previsti), si arriva a due fermate prima di quella in cui bisgnerebbe scendere. Una voce all' altoparlante annuncia: "mkwhed nasuha uhw@##bdwe ndwuenslkdia". Un messaggio chiarissimo per tutti i turisti-che-NON-parlano-francese. Dopo di che il treno inverte la marcia e torna indietro. Sono ormai le 10.30 del mattino e ci si ritrova presso una desolata stazione ad aspettare il primo treno che torni indietro( gli altri turisti son rimasti su.. Ahahah). Dopo di che si prende la metropolitana (ehnno', non ci caschiamo di nuovo in quel bieco trucchetto del treno che va al contrario! Furbetti di francesi). Alle 11.40 arriviamo a casa. Otto ore e quaranta minuti-aereo. Sei ore e trenta minuti-treno.

La giovane ventenne che si appresta ad uscire di casa dopo una (la) gratificante ora di sonno ed e' consapevole dell' inizio dei saldi indossa una comprovata tenuta-da-combattimento consistente in scarpe comode per camminare e facili da sfilare per provarne di nuove; un vesito facile da levare e una borsa capiente che possa contenere i sacchetti piu' piccoli. Eccomi li', col mio uomo, pronta ad attaccare le prede parigine. Dopo la prima mezzora ho acquistato una borsa. E poi e' stato tutto in discesa.
Dopo uno sfiancante pomeriggio ci si ritrova con Alfio Garozzo per una birra fresca. E via a commentare le chiappe della cameriera del pub irlandese vestita da indiana. Poi cena in un delizioso ristorante vietnamita. Uno piu' spigliato dell' altro ci siamo mangiati il Pho (una zuppa con noodles e carne) usando le bacchettine. Il tavolo e' diventato in fretta un campo di battaglia. Come digerire se non con una terza birra? Solo dopo 38 ore di veglia ci accorgiamo che forse e' meglio andare a dormire.

Il secondo giorno inizia con un brunch all' americana, talmente buono che ci siamo fatti due ore di coda. Ma ne e' valsa la pena. Poi vintage shopping nel quartiere ebreo/gay. Magnifique! Per concludere bene la giornata tutti al Refuges des fondues, un ristorante particolarmente estivo. Ovviamente chiuso. E qui rimando alle testimonianze video di questo magnifico momento. Ma niente paura! L' ottimo Alfio ha gia' in mente una nuova meta: ristorante basco. Belli pieni come tacchini natalizi io e l' uomo ci dirigiamo a vedere il panorama da Montmartre. ma essendo tardi ci tocca rotolare rapidi verso la metropolitana.

Ho ancora una mattinata di shopping da sfruttare, percio' dopo essere saliti al Trocadero corriamo a Chatelet (Paolo sempre piu' entuziasta).
Ora voglio aprire una parentesi. E' mai possibile che qualcuno compri una felpa blu elettrico chiaro con una finta targhetta davanti e delle enormi scritte sulla schiena in caratteri giapponesi? Non e' il caso di domandarsi come mai questo meraviglioso oggetto del creato sia rimasto invenduto? E' un segno del destino, mi e' stato risposto. Si, ho pensato io, infatti non la devi prendere, perche' nessuna persona normale vorrebbe questo oggettino. Cosi' dopo due secondi eravamo in coda alla cassa.
Panozzo con piccioni e la pioggia inizia a scendere. Casa, valigia, ecc.

E' gia' l' ora di partire. Il viaggio del ritorno e' andato decisamente meglio dell' andata. Gli italiani non sono stronzi infatti. Sono solo dei coglioni, ma non e' colpa loro.


3 commenti:

Zeno Tomiolo ha detto...

grandissima chiosa
ciao
z

Eazye ha detto...

io la felpa non l'ho vista ma la comprerei sulla fiducia... perché...
Nella botte piccola ci sta il vino buono, e galleggia... come la merda

Anonimo ha detto...

la felpa è assolutamente crasta e la indosserò non appena possibile